XXI° RADUNO

LUPI DELLA MONTE BIANCO 

Sestola, 6-7-8 ottobre 2017

 

A chi vede Andrea per la prima volta, può venire il sospetto che sia un poco matto ma, quando lo conosce meglio, scopre che invece è matto per davvero, ma matto nel senso buono, un mattacchione come si diceva una volta. E che c’è di meglio di un mattacchione per organizzare il XXI raduno dei Lupi? Infatti, è risultata una cosa indimenticabile. Chi può scordarsi della faccia di quello che fu il suo maresciallo che lesinava sulle licenze quando, tentando di andare a letto, s’è accorto che gli hanno fatto il sacco con tanto di poesiola da presa per i fondelli? Un raduno di stampo un po’ goliardico, incorniciato in una Sestola vestita da festa anche per via della fiera del cioccolato, un raduno tra i più affollati, eravamo in centoventi. Qualche assenza giustificata ma di peso, il generale Varda, il vice generale Gassa, il prode Berta, webmaster in attività dormiente, assenti col corpo ma presenti con lo spirito; in compenso qualcuno che non si vedeva da tempo, come quello giunto fin da Trieste nonostante l’avanzata età sua e del suo camper.
Tutto s’è svolto da programma. Venerdì l’arrivo alla spicciolata, ma per cena attorno ai tavoli eravamo già più di novanta, anche questo un record. Sabato, dopo l’alzabandiera quasi da manuale, la visita ai musei del Castello sul cui torrione più alto sventolava la nostra bandiera, musei fatti aprire apposta per noi con due guide che hanno fatto gli straordinari per illustrarci la storia di quelle antiche mura e i tesori che custodiscono; dopo tanta cultura, un po’ di relax: in giro per le vie del paese, tappezzato di cartelli di benvenuto; un paio di bar opportunamente messi in preallarme sono stati presi d’assalto dalle nostre truppe assetate, qualche stuzzichino come aperitivo, qualche bottiglia di quello buono per inumidire l’ugola e subito abbiamo attratto l’attenzione dei sestolesi: saluti, chi siete, da dove venite, complimenti, foto. Dopo il pranzo luculliano all’Hotel Tirolo, tutti in fila per andare al lago delle Ninfe: davanti la macchina di Andrea, inconfondibile per via della nostra bandiera, e dietro tutte le altre, come in un festoso corteo; solo che i più sono partiti prima senza aspettare la bandiera, e anche qui siamo riusciti a fare un po’ di confusione. Raggiunto il lago, una sorpresa: un aereo ci ha sorvolati salutandoci con tanto di scia di fumogeni: bravo Andrea, questo omaggio non c’era mai capitato, ringrazia tuo fratello pilota.
Dopo la passeggiata al lago, tutti alla chiesetta alpina dove il gruppo ANA di Sestola ci aspettava per depositare la corona al monumento ai caduti. L’abbiamo fatto con due Lupi porta corone d’occasione, essendo uno dei due porta corone ufficiali impegnato nell’organizzare tutto l’ambaradan e non volendo l’altro professionista sfigurare con gente improvvisata, ma è stata comunque una cosa degna della nostra fama.
La sera in Hotel la gara per eleggere il Re dei Salami. Naturalmente il regolamento, studiato fin nei minimi dettagli, è stato un po’ stravolto, ma si sa che noi Lupi siamo allergici alle regole: è venuta fuori una cosa che, se ci avessero fatto un film, sarebbe stato da Oscar. Nominati dieci giudici, che poi erano solo nove ma non si sa perché hanno votato in undici, la scelta tra i dieci concorrenti è stata ardua. Il vincitore s’è portato a casa un’ottima coppa di maiale, il secondo una coppa più piccola, una coppa gelato, ma è stato impareggiabile vedere la faccia del terzo classificato che si aspettava una targa commemorativa e s’è trovato, sì, una targa, ma di una vecchia automobile demolita. Cena di gala allietata dal coro; uno legge Frìgnano e si domanda: un coro che frigna? Sarà una roba da ridere, in puro stile Andrea. Invece no: è il coro Frignàno, un coro con i fiocchi che s’è esibito in canti alpini e altre canzoni; particolarmente divertente la loro interpretazione di Papaveri e Papere, da scompisciarsi. La cena di gala, con le autorità del paese, con il coro che ci ha ancora intrattenuti con piacere: uno di noi s’è infiltrato e, nonostante i suoi tentativi, non è riuscito a farli stonare: Antonio il biellese, non negare, abbiamo le foto!
Domenica: adunata quasi all’alba, alle otto, perché si deve sfilare per le vie di Sestola e partecipare alla Messa alle nove. Un ricordo ai nostri andati avanti e uno particolare a Don Renato, il parroco di Roccaraso mancato pochi giorni fa e che tutti noi abbiamo apprezzato durante i due nostri raduni in Abruzzo.
Poi nuovamente in libera uscita in mezzo ai banchetti pieni di leccornie, altre parche (?!) libagioni. Qualcuno è riuscito, non si sa come, a trovare uno con la fisarmonica e uno con la chitarra e allora cosa fare? Qualche cantata, naturalmente; con grande gioia degli artigiani cioccolatai, c’era più gente intorno a noi che intorno a loro: un vero successo.
La foto ufficiale di gruppo, il pranzo, l’ultimo, e il passaggio delle consegne per il prossimo Raduno, il ventiduesimo: sarà un raduno a due mani, organizza Gassa a Saluzzo, a casa del Lupo Baudracco.
Così anche Sestola è archiviata ed è entrata a far parte dei nostri ricordi più belli. Un sentito ringraziamento ad Andrea, ottimo padron di casa ma soprattutto alle quattro fate dell’Hotel Tirolo che ci hanno nutrito sopportandoci con infinita pazienza e allegria: le sorelle Chiara Patrizia, Claudia e Federica. D’altro canto, se sopportano da anni il marito e cognato Andrea, ormai ci hanno fatto il callo!

XX° RADUNO

LUPI DELLA MONTE BIANCO

Premana, 7 - 8 - 9 ottobre 2016

Premana ci ha accolto ammantata di nuvole, quasi fosse gelosa della bellezza dei suoi paesaggi. Adunata alla Scuola Alberghiera tra abbracci di felicità per ritrovarsi dopo un anno e partono a raffica le prime foto con i vecchi compagni d’armi di trenta o quarant’anni fa, ma anche cinquanta. L’ambiente si riscalda subito, il bar è affollato, molti hanno portato qualche loro bottiglia di quello buono, che vengono subito svuotate; a cena siamo già un bel gruppo, ma domani arriverà il grosso perché alcuni di noi si ostinano a voler lavorare.

La mattina del sabato tutti a visitare “Premana rivive l’antico”, una bellissima mostra all’aperto, dove hanno ricreato con grande realismo scene della vita montana dei nostri nonni e bisnonni. Certo la salita al paese non è delle più agevoli per quelli che, come me, hanno dolori alla gamba, ma lo spettacolo vale la fatica. Anche il paese è agghindato a festa: vecchie case, botteghe e officine aperte a mostrare l’ingegno dei secoli passati. I Lupi si disperdono tra la folla nei vicoli e nei tanti banchetti, dove è possibile mangiare salsicce e formaggi davvero squisiti innaffiati con vino locale. Si torna alla spicciolata alla Scuola Alberghiera e vediamo che il grosso del gruppo è finalmente arrivato: tra loro Antonio, che è davvero grosso ma, nonostante gli impegni di lavoro, non poteva mancare. Per restare nel tema della giornata, viene proiettato un documentario ambientato nella Premana antica, recitato in dialetto stretto; per fortuna ci sono le didascalie, altrimenti chi avrebbe capito i dialoghi? Viene presto l’ora dell’ennesimo sacrificio, e dobbiamo sederci per la cena. Ancora qualche chiacchiera, molte risate ed è tempo di rifugiarsi in branda.

Domenica tutti al Pian delle Betulle, chi a piedi dall’Alpe di Paglio, chi in funivia da Margno per assistere alla Santa Messa nella chiesetta degli Alpini. Pioviggina, ma non è certo qualche goccia di pioggia a rovinarci la festa, siamo temprati a ben di peggio e torniamo alla Scuola per il pranzo, dove facciamo onore agli allievi e agli insegnanti, davvero impeccabili nell’elaborare patti raffinati nella loro apparente semplicità.

Il tempo, come al solito, è volato e anche il ventesimo Raduno è ormai un bel ricordo. Un grande ringraziamento a Ciri e Mario, che hanno perfettamente organizzato tutto con minuzia, ma soprattutto un grande ringraziamento a tutti noi, che ancora una volta abbiamo reso possibile il miracolo accorrendo da ogni parte delle Alpi e degli Appennini per ricordare e onorare la nostra gloriosa Caserma e riprovare l’orgoglio di aver fatto parte della Compagnia Alpieri di La Thuile. Ora, a ben vedere, siamo piuttosto parte della Compagnia Acciacchi, con il Plotone Colesterolo, il Plotone Diabete, il Plotone Quintale, più che di sci alpinismo, possiamo parlare di sci atica. Qualche eccezione c’è: una per tutti uno dei fondatori del gruppo, Giuseppe, che, nonostante sia carico di anni come un mulo, è agile e snello come un cerbiatto; roba da ricovero per alimentazione forzata! E poi cenare con Oreste che racconta gli aneddoti di quando allenava la Valanga Azzurra e mieteva allori sulle piste di tutto il mondo, non ha prezzo; per tutto il resto c’è MasterCard.

L’anno prossimo, il 6 – 7 – 8 ottobre tutti a Sestola, da Andrea. Sono già aperte le prenotazioni.

XIX° RADUNO

LUPI DELLA MONTE BIANCO

Felino, 9 – 10 – 11 ottobre 2015

Ebbene si, anche i nostri raduni hanno un lato negativo: li aspetti per un anno e poi finiscono subito; anche questo non è stato da meno. Un anno di attesa per tre giorni che passano alla svelta ma, se si è in allegra compagnia, volano.

Al solito si arriva pochi alla volta, perché molti di noi hanno percorso tanta strada per arrivare. La banda dei valdostani non può mai mancare, ma ci sono anche i trentini, i veneti, i piemontesi, i lombardi, finalmente s’è rivisto anche l’Abruzzo. Saluti, abbracci, un bicchierino di ben ritrovato, poi qualcuno tenta invano di inquadrarci per l’Alzabandiera: la Bandiera la alziamo lo stesso ma un po’ squinternati, così come da nostra abitudine. Qualche salto in un bar per raccontarsi le ultime novità e si fa sera. Cena in un ristorante a Marzarola di Calestrano, e tutti capiscono subito che qui è un’altra faccenda. Gli Alpini sono abituati alle loro valli, dove c’è una sola strada che sale e, quando hai finito di salire, giri e scendi. Qui no. Qui le strade sono in piano, s’incrociano con altre strade in piano, proseguono all’infinito con un sacco di rotonde, e se ne sbagli una sei fritto. C’è chi, bucata la svolta per il ristorante e prima di capire che qualcosa non andava, a momenti arrivava a La Spezia. Poco male, siamo esploratori e non ci perdiamo d’animo per qualche chilometro in più. I soliti pasticci di chi ha prenotato l’albergo e non viene, di chi non ha prenotato e viene, di chi ha prenotato da una parte e va a dormire con gli amici da un’altra; ordinaria amministrazione: se non facessimo sempre così, non saremmo degni di appartenere al nostro branco di scavezzacolli.

Sabato mattina dedicato ai caseifici e ai salumifici. Visioni celestiali di centinaia di forme di Parmigiano tutte in fila a stagionare, di migliaia di salami, prosciutti, culatelli ben ordinati sulle rastrelliere; naturalmente non ci può mancare un abbondante assaggio innaffiato con qualche bicchierozzo e poi tutti a far scorta di leccornie a prezzo di fabbrica. Questi abbondanti spuntini mettono fame, e a sfamarci ci pensano gli Alpini del Gruppo di Felino, accogliendoci nella loro magnifica sede. Nel pomeriggio qualcuno, i più morigerati, si sparpaglia nei dintorni a visitare castelli, rocche e musei che qui non mancano. Altri invece preferiscono approfondire l’amicizia con gli Alpini locali. Si trova presto un bar dove offrir loro un caffè, naturalmente corretto grappa; considerato però che la correzione è migliore del caffè, se ne fa arrivare una bottiglia allo stato puro. Qualcuno ferma una chitarra che passava nei paraggi così l’amicizia appena sbocciata viene rinsaldata, anche grazie a un paio di giri di bottiglie di vino, e diventa subito fraterna. La sera di nuovo ospiti degli Alpini, questa volta quelli di Langhirano. Langhirano si scriverà anche Langhirano, ma si legge Prosciutto, e gli Alpini ci fanno capire quanto questo sia vero! La corale Colliculum ci allieta con i loro canti, il mangiare è delizioso, la compagnia è allegra con brio, il tempo passa veloce ed è presto ora di filare in branda.

La domenica ci si trova tutti su un ampio piazzale e da lì parte la sfilata: un lunghissimo viale alberato, la banda davanti, i gagliardetti, le autorità (tra le quali è stato infilato a forza un riottoso quanto indegno segretario) e dietro tutto il branco di Lupi e Alpini autoctoni. La deposizione della corona di fiori al Monumento dei Caduti ad opera dei nostri due valenti professionisti e c’è ancora tempo per una sosta bevereccia prima della Messa. E’ nuovamente tempo di andare a tavola, ancora dagli Alpini, quelli di sala Braganza, ancora a mangiare piatti gustosissimi, ancora a ridere e scherzare.

Adesso è ora degli abbracci finali, degli arrivederci al prossimo ottobre: torneremo a Premana, dalle parti di Lecco, e sicuramente quello sarà il nostro migliore raduno, perché il raduno migliore è sempre quello che ancora non abbiamo fatto. Forza Ciri, tocca a te.

3-5 OTTOBRE 2014

Fantastico il 18° Raduno in Val Formazza

(clicca qui per vedere altre foto)

Anche la Formazza è ormai un ricordo, la diciottesima magnifica perla che va ad allungare la fila dei nostri raduni. Manco a dirlo, tutto perfetto, un plauso a Piero Sormani: organizzazione capillare, accoglienza calorosa. Nella lingua locale, perché il Walser non è un dialetto, è una lingua, la Formazza si chiama Pomatt forse perché gli abitanti sono un po’ matti, invece hanno dato prova di grande efficienza a cominciare dall’arrivo: in Comune, appositamente aperto, il comitato d’accoglienza offriva un sacchetto contenete interessanti opuscoli turistici, il programma, l’attestato di frequenza al raduno e una simpatica spilla commemorativa che farà la sua bella figura sul Cappello di molti di noi; in più, potevi pagare in un colpo solo tutti i pranzi e cene evitando frettolose collette e confusioni. Credo che questa brillante soluzione sarà copiata: e bravo Piero, hai lasciato il segno! Nel pomeriggio uno spettacolo grandioso nella sua semplicità: la transumanza; sotto il nostro striscione che scavalca la strada principale di Ponte è passato un gregge di oltre tremila pecore, e non sono mancate le foto perché è strano vedere un branco di Lupi circondati, quasi oppressi da un mare di ovini. Per la cena di venerdì eravamo già un’ottantina buona: un record, anche se questa volta mancavano tutta Roccaraso e alcuni albergatori di Courmayeur e delle Dolomiti, impegnati nella chiusura della stagione estiva; peccato, con loro l’allegria sarebbe stata, se possibile, ancor più completa. Dopo una lauta cena e l’esibizione dalla Fanfara Alpina di Domodossola, al solito i più festaioli hanno tirato fino alle ore piccole ma, il mattino dopo, eravamo tutti davanti al monumento ai Caduti per l’alzabandiera; qualcuno con gli occhi un po’ stirati, ma tutti presenti. Passato l’attimo di doverosa ufficialità, che non a tutti i Lupi piace molto, ma nella nostra Caserma ci hanno insegnato che se una cosa si deve fare la si fa, inizia il divertimento: su a Riale per un giro sulla diga di Morasco, poi giù a Sottofrua per vedere la cascata del Toce. La cascata è, in genere, un rivoletto d’acqua quasi insignificante perché la portata è regolata dalle dighe a monte che solo saltuariamente e rigorosamente solo durante la stagione turistica vengono aperte, generando una piena artificiale. Però ci sono anche le occasioni straordinarie, e cosa c’è di più straordinario di noi della Monte Bianco? Così abbiamo potuto vederla nella sua maestosità e quelli che non l’avevano mai vista non la scorderanno facilmente. Di nuovo su a Riale per l’ottimo e abbondante rancio di mezzogiorno in un comodo e accogliente ristorante, poi tutti a visitare la sede dello Sci Club, certo uno dei più antichi d’Italia con oltre cent’anni di attività e di glorie. La libera uscita fino all’ora di cena significa, nel linguaggio dei Lupi, qualche bianchino e qualche aperitivo nei bar di Ponte ma, soprattutto, molta allegria e ricordi di cosa abbiamo fatto quando eravamo a naja, marachelle comprese; in questo modo il tempo passa veloce ed è già ora di risalire a Frua, nell’albergo proprio sopra la cascata, una magnifica costruzione stile bella epoque che merita davvero di essere vista. Una mostra fotografica delle nostre avventure dagli anni ’50 fino ai tempi più recenti ha permesso a molti di riconoscersi quand’erano giovinetti pieni di speranze: un po’ di nostalgia che subito s’è volatilizzata ballando insieme al gruppo folkloristico locale.

La domenica inizia con un test di qualità: il prossimo anno ci troveremo a Felino, la patria del salame, e il salame sarà il pezzo forte del raduno, quindi l’organizzatore ne ha portato un cospicuo campione per le doverose analisi. Il Comitato di Collaudo, appositamente insediato, l’ha approvato senza riserve, ma la discussione è nata sul vino d’accompagnamento: l’organizzatore propone un bianco frizzante, come vuole la tradizione locale, ma alcuni preferiscono un rosso fermo; la discussione s’è protratta a lungo ma senza arrivare alla conclusione, quindi il Comitato di Collaudo dovrà riunirsi nuovamente in sede da stabilire per ulteriori assaggi, una dura fatica ma poi il neo eletto Segretario formulerà il suo giudizio che, molto democraticamente, sarà inappellabile. Dopo questo piccolo screzio, la mattinata è proseguita con la Messa e la sfilata per le vie di Chiesa; naturalmente una cosa seria: la banda in testa, le autorità, il nostro striscioncino portatile e la lunga fila di Lupi quasi allineati (il “quasi” è un eufemismo). Poi la deposizione della corona davanti al monumento ai caduti: un vero capolavoro. Due Lupi erano stati appositamente scelti la sera prima dal Segretario per la loro baldanza e simmetria perché, visti da fuori, la loro considerevole stazza li rende praticamente identici: più che di Truppe Alpine, è lecito paralare di Trippe Alpine; però bisogna riconoscere che Antonio e Andrea hanno preso l’incarico con serietà: all’una di notte facevano ancora le prove per le vie del paese; loro volevano provare con Cipi al posto della corona, ma Cipi non era d’accordo, così hanno dovuto accontentarsi di una sedia. L’ammaina bandiera, la foto di gruppo e s’è fatta l’ora di mettere nuovamente le gambe sotto un tavolo: questa volta a ospitarci tocca al Gruppo Alpini Formazza, sotto la loro spaziosa tensostruttura. Purtroppo però è arrivato anche il momento dei saluti: il tempo del raduno è finito, qui siamo molto a nord e la gente deve fare un sacco di chilometri per tornare a casa; ma li farà con gli occhi pieni di tante cose belle. Grazie Piero. Il 9, 10, 11 ottobre 2015 a Felino: io ho già prenotato una camera, e voi? (Aldo Neirotti)

17° RADUNO - RECOARO - 28 /29 SETTEMBRE 2013

Dicono che il diciassette porti sfortuna, ma il nostro diciassettesimo raduno ha smentito la diceria. Visto che l’organizzatore era un ex caporaluccio che conobbi, quasi quarant’anni fa, alla Monte Bianco come uno scavezzacollo sedicenne, visto che le previsioni davano pioggia ad oltranza, alla vigilia i dubbi c’erano tutti.

Arriviamo a Recoaro, come al solito, alla spicciolata ma alla sera eravamo già più di trenta, valdostani, lombardi, piemontesi, trentini, altoatesini, tutti pronti per sedersi a tavola a lubrificare l’ugola arrugginita per la troppa umidità; infatti a Recoaro Mille anche se, contrariamente alle previsioni, non pioveva, eravamo comunque dentro una nuvola che nascondeva il paesaggio e umidificava tutto. Però nel il Rifugio Valdagno l’aria era accogliente, le bottiglie erano molte e l’allegria scaldava gli animi tanto che i più audaci hanno tirato fino alle due di notte.

Per costoro l’alzabandiera alle nove del mattino successivo è stato quasi antelucano ma, come si diceva a naja, “la sera leoni, la mattina coglioni”. Dopo il breve momento di ufficialità, la nostra guida Griffani, al volante del suo pulmino, ha fatto da battipista fino al Pian delle Fugazze, ai piedi del glorioso Monte Pasubio, dove riposano le ossa di tredicimila soldati Italiani e Austriaci a perenne monito della atrocità della Prima Guerra Mondiale. Una visita al museo, un giro nell’ossario e si riparte seguendo il buon Griffani fino al passo di Campogrosso a bere qualcosa e visitare la mostra dedicata a Gino Soldà, valentissimo scalatore e sciatore di fama internazionale: tra le altre sue innumerevoli glorie, trionfatore del K2 e tre volte campione mondiale di slalom gigante over 70.

Tanto girare mette fame, quindi è d’obbligo una sosta al rifugio Piccole Dolomiti per un succoso pranzo. Qualche bicchierozzo dopo si scende a Recoaro per una visita al bunker tedesco della Seconda Guerra Mondiale, dove il Feldmaresciallo Kesserling, ormai alle strette e sotto le bombe americane, cominciò seriamente a pensare all’armistizio con gli Alleati. Ma c’è un grave difetto: il bunker è alle Terme e lì c’è solo acqua. Orrore: mai visti tanti Alpini in coda per berla, manco dai rubinetti uscisse grappa! Questa ingloriosa pagina dovrà essere cancellata dalla storia dei Lupi. Giusto per cominciare la disintossicazione, ci s’intana nei bar di Recoaro a bere Soave e mangiare il gustoso salame locale così, dopo il rodaggio, viene presto l’ora di tornare al Rifugio Valdagno, eletto nostra tana pro tempore, per sedersi a tavola a mangiare e bere seriamente. Gli animi, già sull’allegro con brio, si scaldano ancor di più col canto del Coro Aqua Ciara: una trentina di elementi vestiti da coristi veri che intonano magnificamente le nostre canzoni; per non farli sfigurare, questa volta i valdostani, per fortuna, non hanno cantato. Dopo i cori, un momento istruttivo che fa meditare sull’umana follia: il professor Gattera ci racconta la storia della battaglia del Pasubio illustrandola con diapositive e ci fa capire come sono caduti quei tredicimila uomini di cui la mattina abbiamo visto le ossa: da rabbrividire, tutti ascoltano in silenzio. Ma tenere calma un’orda di Lupi della Monte Bianco per più di un quarto d’ora, ancor prima che impossibile, è inutile; quindi riprende la baldoria. Tre alpini locali, due chitarre elettriche e una pianola spingono i più ardimentosi a ballare; il gentil sesso non manca, il vino fa da lubrificante e anche questa volta arrivano le due di notte.

La domenica mattina una brutta sorpresa: le nuvole che ci hanno accompagnato per tutto il sabato si sono decise a far piovere, e non poco. Come andrà a finire? Non sia mai! Interviene la Madonnina del Ruitor che ci lascia le nuvole, ma fa sparire la pioggia e allora si sfila per la via centrale del paese: un tripudio. Banda davanti, il gonfalone del Comune, sindaco e autorità, noi preceduti dal nostro striscione e numerosissimi Alpini di Recoaro a chiudere il corteo; balconi pavesati col tricolore, gente per strada e alle finestre ad applaudire: una roba seria, mica tracchete tracchete. Dopo la Messa in ricordo dei nostri andati avanti si ammaina la bandiera approfittando del fatto che ci siamo ancora tutti e della banda che suona l’Inno Nazionale. Ma la festa non è finita: dobbiamo andare sotto il tendone appositamente allestito per noi. Lungo la via i bar non mancano ed allora perché farsi scappare l’occasione per qualche aperitivo rigorosamente alcolico? Il pranzo allestito dal locale Gruppo Alpini chiude ufficialmente i tre giorni di Recoaro e, come alla spicciolata siamo arrivati, altrettanto ognuno se ne torna a casa. Grazie Griffani, Vedremo le tue montagne la prossima volta, ma oggi ognuno di noi porta con sé il ricordo di un bel raduno, forse non baciato dal sole ma nemmeno disturbato dalla temuta pioggia.

L’anno prossimo tocca alla val Formazza e, sicuramente, sarà altrettanto bello.

Aldo Neirotti

17° RADUNO - RECOARO - 28 /29 SETTEMBRE 2013

Venerdì 27 settembre

Nel pomeriggio arrivo degli ospiti a Recoaro Terme

Serata libera o presso L’Albergo Rifugio Valdagno a Recoaro Mille con cena e incontro con gli Alpini della zona e musica.

Sabato 28 Settembre

Ore 09.00 Alza bandiera

Ore 09.30 partenza per Pian delle Fugazze con visita al Sacrario Militare e al Museo della Guerra ai piedi del M. Pasubio monte sacro alla Patria.

Ore 11.30 trasferimento al Passo di Campogrosso con visita alla mostra Gino Soldà

Ore 12.30 pranzo Alpino presso il Rifugio Piccole Dolomiti

Ore 15.00 Ritorno a Recoaro Terme con Visita al Bunker Tedesco presso le Fonti Centrali sede del comando Tedesco, nella seconda guerra mondiale con il Feldmaresciallo Kesserling, da dove partirono le trattative per la firma dell’armistizio con gli Alleati.

Ore 16.00 libertà

Ore 19.30 Ritrovo presso L’Albergo Rifugio Valdagno per cena sociale con la partecipazione delle autorità locali, canti di montagna con rappresentanti del coro Aqua Ciara di Recoaro Terme, visione di diapositive sullo scenario della I° Guerra Mondiale con il Prof. Gattera  Claudio e intrattenimento musicale.

Domenica 29 Settembre

Ore 9.30 Raduno presso il Piazzale Btg. M. Berico, onori al monumento a ricordo del Gen. Rossi, sfilata per le vie centrali di Recoaro Terme con deposizione corona al monumento ai caduti per la Patria, discorsi di rito.

Ore 11.00 Santa Messa in Ricordo dei Lupi andati avanti

Omaggio al monumento in ricordo della Guida Alpina Gino Soldà

Pranzo con Gli Alpini di Recoaro Terme e ospiti

Ore 17.00 Ammaina bandiera con passaggio di consegne tra i Lupi di Recoaro Terme e i Lupi di Formazza e Ossolani

P.S. – Programma di massima che potrà avere variazioni.

12,13 e 14 ottobre 2012

16° Raduno Lupi della Monte Bianco - La Thuile

E’ passata anche questa, la tre giorni del sessantesimo è ormai un bel ricordo. La nostra La Thuile è riuscita soffiar via le nuvole e si è presentata sotto un bel sole autunnale ma ancora caldo. Tutto è cominciato come da programma, con l’apertura della mostra fotografica nel Salone d’Arly. Tante e belle immagini che illustrano le glorie del Plotone Esploratori – Compagnia Alpieri e che evidenziano quel che abbiamo sempre detto: vista da lontano, la fila di penne nere che, negli anni cinquanta, camminava sulla neve è identica a quella che l’ha fatto negli anni duemila; se invece vedi i primi piani, scopri che sono cambiate molto le attrezzature. Gli alunni delle scuole elementari in visita alla mostra si sono così interessati alla faccenda che le maestre non hanno dovuto faticare molto per tenerli a bada. Le fotografie sono poi state regalate al Comune. Dopo l’impegno istituzionale, si approfitta dalla libera uscita per cercare il baretto che frequentavi qualche anno fa, per veder quante villette hanno costruito su quello che ai tuoi tempi era un prato o solo così, per tornare con la memoria ai tuoi vent’anni.
Ma è al sabato mattina che la cosa comincia a farsi grande: arrivano da tutte le parti alla spicciolata e, già prima dell’alzabandiera, il piazzale è pieno, i saluti si sprecano, le fotografie pure. Nel pomeriggio, chi è salito alla Monte Bianco, chi è sceso al Castello, chi ne ha approfittato per gironzolare in Valle. A sera però eravamo tutti nel Salone d’Arly per la presentazione del nostro secondo libro di avventure e birichinate, questa volta ricco di foto a colori: un successone. La cena è passata veloce tra risate e ricordi, qualche discorso semiserio e un momento toccante: in braccio ai suoi nonni, in testa un cappello che quasi lo copriva tutto, un giovanissimo Alpino ha intonato l’Inno Nazionale; la voce era ancora poca, ma si farà anche quella, però lo spirito c’è già tutto. Dopo cena ci si è nuovamente sparpagliati per le vie del paese o nella casa di qualche ospitale collega a bere l’ultimo bicchierino e prepararsi per la domenica.
E arriva anche la domenica. La mattina è dedicata alla posa della corona al monumento ai Caduti, alla messa, alla sfilata in ordine pseudo militare fino alla nostra Tana. Qualcuno però se n’è perso un pezzo perché è arrivata la tragica notizia che giù, allo sbocco della galleria, quattro bottiglie erano molto ammalate; hanno tentato di rianimarle con un salame lungo un metro e con barattoli di peperonata fatta in casa, ma purtroppo la ben nota solidarietà Alpina non è bastata a rianimare le bottiglie e si è dovuti ricorrere all’eutanasia; povere bottiglie, che triste fine.
In Caserma eravamo così in tanti che, per la foto di gruppo, i tre scalini non sono bastati, si è dovuto ricorrere al cortile, e il rancio è stato fatto su due turni. Cara Monte Bianco, scommetto che non hai mai visto così tanti Lupi tutti in una volta: eravamo più di duecento! Per meglio festeggiarti abbiamo organizzato un annullo filatelico tutto per te: pensiamo che anche questo sia un record di cui potrai andare orgogliosa.
Ma ora è finita, pensiamo già al prossimo anno a Recoaro.

 

 

8/9 ottobre 2011 Predazzo
15° Raduno dei Lupi della Monte Bianco

Anche quest'anno la partecipazione è stata nutrita e l'organizzazione dei lupi della val di Fiemme e Fassa perfetta. Il sabato siamo stati ospiti della Scuola Alpina della Guradia di Finanza, con la presenza di Toni Valeruz, noto per le sue imprese di Sci estremo.
La domenica mattina abbiamo avuto l'onore di avere tra noi il padre di un Lupo, reduce del Monte Cervino (di cui ci consideriamo eredi) Carlo Vicentini.
Il 16° raduno avrà luogo a La Thuile, e sarà ricordata anche il 60° Anniversario della consegna alla Scuola Militare Alpina della caserma Monte Bianco.

22 maggio 2010
Lupi davanti alla Tana

17 e 18 ottobre 2009
13° Raduno Lupi della Monte Bianco a Roccaraso


LaThuile 6 giugno 2009


Lupi sul Monte Vinson

... quando non basta
un Numero Unico

In lavorazione il nuovo volume,
mandate racconti e foto relativi alla vostra naja all'Hotel Monte Bianco

I LUPI DI LA THUILE ANNI 87/88
SI SONO RITROVATI IL 28/06/08 A COURMAYEUR

Presentato a Courmayeur
il "Numero Unico"

144 pagine di storie tra i muri della Monte Bianco
dal 1952 al 2007 scritte da alcuni Noi!!!

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Ai miei tempi con il "fischio" che succedeva!!!!
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Una bella serie di foto di Lupi del '73
(la manda Franco Zonca)

12 e 13 maggio '07 i Lupi sono a Cuneo

27 marzo '07 a LaThuile per congedo Lupetti

Cliccate quì per vedere cosa si trova in internet......