XXI° RADUNO LUPI DELLA MONTE BIANCO Sestola, 6-7-8 ottobre 2017
A chi vede Andrea per la prima
volta, può venire il sospetto che sia un poco matto ma, quando lo conosce
meglio, scopre che invece è matto per davvero, ma matto nel senso buono, un
mattacchione come si diceva una volta. E che c’è di meglio di un
mattacchione per organizzare il XXI raduno dei Lupi? Infatti, è risultata
una cosa indimenticabile. Chi può scordarsi della faccia di quello che fu il
suo maresciallo che lesinava sulle licenze quando, tentando di andare a
letto, s’è accorto che gli hanno fatto il sacco con tanto di poesiola da
presa per i fondelli? Un raduno di stampo un po’ goliardico, incorniciato in
una Sestola vestita da festa anche per via della fiera del cioccolato, un
raduno tra i più affollati, eravamo in centoventi. Qualche assenza
giustificata ma di peso, il generale Varda, il vice generale Gassa, il prode
Berta, webmaster in attività dormiente, assenti col corpo ma presenti con lo
spirito; in compenso qualcuno che non si vedeva da tempo, come quello giunto
fin da Trieste nonostante l’avanzata età sua e del suo camper. |
XX° RADUNO LUPI DELLA MONTE BIANCO Premana, 7 - 8 - 9 ottobre 2016 Premana ci ha accolto ammantata di nuvole, quasi fosse gelosa della bellezza dei suoi paesaggi. Adunata alla Scuola Alberghiera tra abbracci di felicità per ritrovarsi dopo un anno e partono a raffica le prime foto con i vecchi compagni d’armi di trenta o quarant’anni fa, ma anche cinquanta. L’ambiente si riscalda subito, il bar è affollato, molti hanno portato qualche loro bottiglia di quello buono, che vengono subito svuotate; a cena siamo già un bel gruppo, ma domani arriverà il grosso perché alcuni di noi si ostinano a voler lavorare. La mattina del sabato tutti a visitare “Premana rivive l’antico”, una bellissima mostra all’aperto, dove hanno ricreato con grande realismo scene della vita montana dei nostri nonni e bisnonni. Certo la salita al paese non è delle più agevoli per quelli che, come me, hanno dolori alla gamba, ma lo spettacolo vale la fatica. Anche il paese è agghindato a festa: vecchie case, botteghe e officine aperte a mostrare l’ingegno dei secoli passati. I Lupi si disperdono tra la folla nei vicoli e nei tanti banchetti, dove è possibile mangiare salsicce e formaggi davvero squisiti innaffiati con vino locale. Si torna alla spicciolata alla Scuola Alberghiera e vediamo che il grosso del gruppo è finalmente arrivato: tra loro Antonio, che è davvero grosso ma, nonostante gli impegni di lavoro, non poteva mancare. Per restare nel tema della giornata, viene proiettato un documentario ambientato nella Premana antica, recitato in dialetto stretto; per fortuna ci sono le didascalie, altrimenti chi avrebbe capito i dialoghi? Viene presto l’ora dell’ennesimo sacrificio, e dobbiamo sederci per la cena. Ancora qualche chiacchiera, molte risate ed è tempo di rifugiarsi in branda. Domenica tutti al Pian delle Betulle, chi a piedi dall’Alpe di Paglio, chi in funivia da Margno per assistere alla Santa Messa nella chiesetta degli Alpini. Pioviggina, ma non è certo qualche goccia di pioggia a rovinarci la festa, siamo temprati a ben di peggio e torniamo alla Scuola per il pranzo, dove facciamo onore agli allievi e agli insegnanti, davvero impeccabili nell’elaborare patti raffinati nella loro apparente semplicità. Il tempo, come al solito, è volato e anche il ventesimo Raduno è ormai un bel ricordo. Un grande ringraziamento a Ciri e Mario, che hanno perfettamente organizzato tutto con minuzia, ma soprattutto un grande ringraziamento a tutti noi, che ancora una volta abbiamo reso possibile il miracolo accorrendo da ogni parte delle Alpi e degli Appennini per ricordare e onorare la nostra gloriosa Caserma e riprovare l’orgoglio di aver fatto parte della Compagnia Alpieri di La Thuile. Ora, a ben vedere, siamo piuttosto parte della Compagnia Acciacchi, con il Plotone Colesterolo, il Plotone Diabete, il Plotone Quintale, più che di sci alpinismo, possiamo parlare di sci atica. Qualche eccezione c’è: una per tutti uno dei fondatori del gruppo, Giuseppe, che, nonostante sia carico di anni come un mulo, è agile e snello come un cerbiatto; roba da ricovero per alimentazione forzata! E poi cenare con Oreste che racconta gli aneddoti di quando allenava la Valanga Azzurra e mieteva allori sulle piste di tutto il mondo, non ha prezzo; per tutto il resto c’è MasterCard. L’anno prossimo, il 6 – 7 – 8 ottobre tutti a Sestola, da Andrea. Sono già aperte le prenotazioni. |
XIX° RADUNO LUPI DELLA MONTE BIANCO Felino, 9 – 10 – 11 ottobre 2015 Ebbene si, anche i nostri raduni hanno un lato negativo: li aspetti per un anno e poi finiscono subito; anche questo non è stato da meno. Un anno di attesa per tre giorni che passano alla svelta ma, se si è in allegra compagnia, volano. Al solito si arriva pochi alla volta, perché molti di noi hanno percorso tanta strada per arrivare. La banda dei valdostani non può mai mancare, ma ci sono anche i trentini, i veneti, i piemontesi, i lombardi, finalmente s’è rivisto anche l’Abruzzo. Saluti, abbracci, un bicchierino di ben ritrovato, poi qualcuno tenta invano di inquadrarci per l’Alzabandiera: la Bandiera la alziamo lo stesso ma un po’ squinternati, così come da nostra abitudine. Qualche salto in un bar per raccontarsi le ultime novità e si fa sera. Cena in un ristorante a Marzarola di Calestrano, e tutti capiscono subito che qui è un’altra faccenda. Gli Alpini sono abituati alle loro valli, dove c’è una sola strada che sale e, quando hai finito di salire, giri e scendi. Qui no. Qui le strade sono in piano, s’incrociano con altre strade in piano, proseguono all’infinito con un sacco di rotonde, e se ne sbagli una sei fritto. C’è chi, bucata la svolta per il ristorante e prima di capire che qualcosa non andava, a momenti arrivava a La Spezia. Poco male, siamo esploratori e non ci perdiamo d’animo per qualche chilometro in più. I soliti pasticci di chi ha prenotato l’albergo e non viene, di chi non ha prenotato e viene, di chi ha prenotato da una parte e va a dormire con gli amici da un’altra; ordinaria amministrazione: se non facessimo sempre così, non saremmo degni di appartenere al nostro branco di scavezzacolli.
Sabato mattina dedicato ai caseifici e ai salumifici. Visioni celestiali di centinaia di forme di Parmigiano tutte in fila a stagionare, di migliaia di salami, prosciutti, culatelli ben ordinati sulle rastrelliere; naturalmente non ci può mancare un abbondante assaggio innaffiato con qualche bicchierozzo e poi tutti a far scorta di leccornie a prezzo di fabbrica. Questi abbondanti spuntini mettono fame, e a sfamarci ci pensano gli Alpini del Gruppo di Felino, accogliendoci nella loro magnifica sede. Nel pomeriggio qualcuno, i più morigerati, si sparpaglia nei dintorni a visitare castelli, rocche e musei che qui non mancano. Altri invece preferiscono approfondire l’amicizia con gli Alpini locali. Si trova presto un bar dove offrir loro un caffè, naturalmente corretto grappa; considerato però che la correzione è migliore del caffè, se ne fa arrivare una bottiglia allo stato puro. Qualcuno ferma una chitarra che passava nei paraggi così l’amicizia appena sbocciata viene rinsaldata, anche grazie a un paio di giri di bottiglie di vino, e diventa subito fraterna. La sera di nuovo ospiti degli Alpini, questa volta quelli di Langhirano. Langhirano si scriverà anche Langhirano, ma si legge Prosciutto, e gli Alpini ci fanno capire quanto questo sia vero! La corale Colliculum ci allieta con i loro canti, il mangiare è delizioso, la compagnia è allegra con brio, il tempo passa veloce ed è presto ora di filare in branda. La domenica ci si trova tutti su un ampio piazzale e da lì parte la sfilata: un lunghissimo viale alberato, la banda davanti, i gagliardetti, le autorità (tra le quali è stato infilato a forza un riottoso quanto indegno segretario) e dietro tutto il branco di Lupi e Alpini autoctoni. La deposizione della corona di fiori al Monumento dei Caduti ad opera dei nostri due valenti professionisti e c’è ancora tempo per una sosta bevereccia prima della Messa. E’ nuovamente tempo di andare a tavola, ancora dagli Alpini, quelli di sala Braganza, ancora a mangiare piatti gustosissimi, ancora a ridere e scherzare. Adesso è ora degli abbracci finali, degli arrivederci al prossimo ottobre: torneremo a Premana, dalle parti di Lecco, e sicuramente quello sarà il nostro migliore raduno, perché il raduno migliore è sempre quello che ancora non abbiamo fatto. Forza Ciri, tocca a te. |
3-5 OTTOBRE 2014 Fantastico il 18° Raduno in Val Formazza (clicca qui per vedere altre foto)
Anche la Formazza è ormai un ricordo, la diciottesima magnifica perla che va ad allungare la fila dei nostri raduni. Manco a dirlo, tutto perfetto, un plauso a Piero Sormani: organizzazione capillare, accoglienza calorosa. Nella lingua locale, perché il Walser non è un dialetto, è una lingua, la Formazza si chiama Pomatt forse perché gli abitanti sono un po’ matti, invece hanno dato prova di grande efficienza a cominciare dall’arrivo: in Comune, appositamente aperto, il comitato d’accoglienza offriva un sacchetto contenete interessanti opuscoli turistici, il programma, l’attestato di frequenza al raduno e una simpatica spilla commemorativa che farà la sua bella figura sul Cappello di molti di noi; in più, potevi pagare in un colpo solo tutti i pranzi e cene evitando frettolose collette e confusioni. Credo che questa brillante soluzione sarà copiata: e bravo Piero, hai lasciato il segno! Nel pomeriggio uno spettacolo grandioso nella sua semplicità: la transumanza; sotto il nostro striscione che scavalca la strada principale di Ponte è passato un gregge di oltre tremila pecore, e non sono mancate le foto perché è strano vedere un branco di Lupi circondati, quasi oppressi da un mare di ovini. Per la cena di venerdì eravamo già un’ottantina buona: un record, anche se questa volta mancavano tutta Roccaraso e alcuni albergatori di Courmayeur e delle Dolomiti, impegnati nella chiusura della stagione estiva; peccato, con loro l’allegria sarebbe stata, se possibile, ancor più completa. Dopo una lauta cena e l’esibizione dalla Fanfara Alpina di Domodossola, al solito i più festaioli hanno tirato fino alle ore piccole ma, il mattino dopo, eravamo tutti davanti al monumento ai Caduti per l’alzabandiera; qualcuno con gli occhi un po’ stirati, ma tutti presenti. Passato l’attimo di doverosa ufficialità, che non a tutti i Lupi piace molto, ma nella nostra Caserma ci hanno insegnato che se una cosa si deve fare la si fa, inizia il divertimento: su a Riale per un giro sulla diga di Morasco, poi giù a Sottofrua per vedere la cascata del Toce. La cascata è, in genere, un rivoletto d’acqua quasi insignificante perché la portata è regolata dalle dighe a monte che solo saltuariamente e rigorosamente solo durante la stagione turistica vengono aperte, generando una piena artificiale. Però ci sono anche le occasioni straordinarie, e cosa c’è di più straordinario di noi della Monte Bianco? Così abbiamo potuto vederla nella sua maestosità e quelli che non l’avevano mai vista non la scorderanno facilmente. Di nuovo su a Riale per l’ottimo e abbondante rancio di mezzogiorno in un comodo e accogliente ristorante, poi tutti a visitare la sede dello Sci Club, certo uno dei più antichi d’Italia con oltre cent’anni di attività e di glorie. La libera uscita fino all’ora di cena significa, nel linguaggio dei Lupi, qualche bianchino e qualche aperitivo nei bar di Ponte ma, soprattutto, molta allegria e ricordi di cosa abbiamo fatto quando eravamo a naja, marachelle comprese; in questo modo il tempo passa veloce ed è già ora di risalire a Frua, nell’albergo proprio sopra la cascata, una magnifica costruzione stile bella epoque che merita davvero di essere vista. Una mostra fotografica delle nostre avventure dagli anni ’50 fino ai tempi più recenti ha permesso a molti di riconoscersi quand’erano giovinetti pieni di speranze: un po’ di nostalgia che subito s’è volatilizzata ballando insieme al gruppo folkloristico locale. La domenica inizia con un test di qualità: il prossimo anno ci troveremo a Felino, la patria del salame, e il salame sarà il pezzo forte del raduno, quindi l’organizzatore ne ha portato un cospicuo campione per le doverose analisi. Il Comitato di Collaudo, appositamente insediato, l’ha approvato senza riserve, ma la discussione è nata sul vino d’accompagnamento: l’organizzatore propone un bianco frizzante, come vuole la tradizione locale, ma alcuni preferiscono un rosso fermo; la discussione s’è protratta a lungo ma senza arrivare alla conclusione, quindi il Comitato di Collaudo dovrà riunirsi nuovamente in sede da stabilire per ulteriori assaggi, una dura fatica ma poi il neo eletto Segretario formulerà il suo giudizio che, molto democraticamente, sarà inappellabile. Dopo questo piccolo screzio, la mattinata è proseguita con la Messa e la sfilata per le vie di Chiesa; naturalmente una cosa seria: la banda in testa, le autorità, il nostro striscioncino portatile e la lunga fila di Lupi quasi allineati (il “quasi” è un eufemismo). Poi la deposizione della corona davanti al monumento ai caduti: un vero capolavoro. Due Lupi erano stati appositamente scelti la sera prima dal Segretario per la loro baldanza e simmetria perché, visti da fuori, la loro considerevole stazza li rende praticamente identici: più che di Truppe Alpine, è lecito paralare di Trippe Alpine; però bisogna riconoscere che Antonio e Andrea hanno preso l’incarico con serietà: all’una di notte facevano ancora le prove per le vie del paese; loro volevano provare con Cipi al posto della corona, ma Cipi non era d’accordo, così hanno dovuto accontentarsi di una sedia. L’ammaina bandiera, la foto di gruppo e s’è fatta l’ora di mettere nuovamente le gambe sotto un tavolo: questa volta a ospitarci tocca al Gruppo Alpini Formazza, sotto la loro spaziosa tensostruttura. Purtroppo però è arrivato anche il momento dei saluti: il tempo del raduno è finito, qui siamo molto a nord e la gente deve fare un sacco di chilometri per tornare a casa; ma li farà con gli occhi pieni di tante cose belle. Grazie Piero. Il 9, 10, 11 ottobre 2015 a Felino: io ho già prenotato una camera, e voi? (Aldo Neirotti)
|
17° RADUNO - RECOARO - 28 /29 SETTEMBRE 2013 Dicono che il diciassette porti sfortuna, ma il nostro diciassettesimo raduno ha smentito la diceria. Visto che l’organizzatore era un ex caporaluccio che conobbi, quasi quarant’anni fa, alla Monte Bianco come uno scavezzacollo sedicenne, visto che le previsioni davano pioggia ad oltranza, alla vigilia i dubbi c’erano tutti. Arriviamo a Recoaro, come al solito, alla spicciolata ma alla sera eravamo già più di trenta, valdostani, lombardi, piemontesi, trentini, altoatesini, tutti pronti per sedersi a tavola a lubrificare l’ugola arrugginita per la troppa umidità; infatti a Recoaro Mille anche se, contrariamente alle previsioni, non pioveva, eravamo comunque dentro una nuvola che nascondeva il paesaggio e umidificava tutto. Però nel il Rifugio Valdagno l’aria era accogliente, le bottiglie erano molte e l’allegria scaldava gli animi tanto che i più audaci hanno tirato fino alle due di notte. Per costoro l’alzabandiera alle nove del mattino successivo è stato quasi antelucano ma, come si diceva a naja, “la sera leoni, la mattina coglioni”. Dopo il breve momento di ufficialità, la nostra guida Griffani, al volante del suo pulmino, ha fatto da battipista fino al Pian delle Fugazze, ai piedi del glorioso Monte Pasubio, dove riposano le ossa di tredicimila soldati Italiani e Austriaci a perenne monito della atrocità della Prima Guerra Mondiale. Una visita al museo, un giro nell’ossario e si riparte seguendo il buon Griffani fino al passo di Campogrosso a bere qualcosa e visitare la mostra dedicata a Gino Soldà, valentissimo scalatore e sciatore di fama internazionale: tra le altre sue innumerevoli glorie, trionfatore del K2 e tre volte campione mondiale di slalom gigante over 70. Tanto girare mette fame, quindi è d’obbligo una sosta al rifugio Piccole Dolomiti per un succoso pranzo. Qualche bicchierozzo dopo si scende a Recoaro per una visita al bunker tedesco della Seconda Guerra Mondiale, dove il Feldmaresciallo Kesserling, ormai alle strette e sotto le bombe americane, cominciò seriamente a pensare all’armistizio con gli Alleati. Ma c’è un grave difetto: il bunker è alle Terme e lì c’è solo acqua. Orrore: mai visti tanti Alpini in coda per berla, manco dai rubinetti uscisse grappa! Questa ingloriosa pagina dovrà essere cancellata dalla storia dei Lupi. Giusto per cominciare la disintossicazione, ci s’intana nei bar di Recoaro a bere Soave e mangiare il gustoso salame locale così, dopo il rodaggio, viene presto l’ora di tornare al Rifugio Valdagno, eletto nostra tana pro tempore, per sedersi a tavola a mangiare e bere seriamente. Gli animi, già sull’allegro con brio, si scaldano ancor di più col canto del Coro Aqua Ciara: una trentina di elementi vestiti da coristi veri che intonano magnificamente le nostre canzoni; per non farli sfigurare, questa volta i valdostani, per fortuna, non hanno cantato. Dopo i cori, un momento istruttivo che fa meditare sull’umana follia: il professor Gattera ci racconta la storia della battaglia del Pasubio illustrandola con diapositive e ci fa capire come sono caduti quei tredicimila uomini di cui la mattina abbiamo visto le ossa: da rabbrividire, tutti ascoltano in silenzio. Ma tenere calma un’orda di Lupi della Monte Bianco per più di un quarto d’ora, ancor prima che impossibile, è inutile; quindi riprende la baldoria. Tre alpini locali, due chitarre elettriche e una pianola spingono i più ardimentosi a ballare; il gentil sesso non manca, il vino fa da lubrificante e anche questa volta arrivano le due di notte. La domenica mattina una brutta sorpresa: le nuvole che ci hanno accompagnato per tutto il sabato si sono decise a far piovere, e non poco. Come andrà a finire? Non sia mai! Interviene la Madonnina del Ruitor che ci lascia le nuvole, ma fa sparire la pioggia e allora si sfila per la via centrale del paese: un tripudio. Banda davanti, il gonfalone del Comune, sindaco e autorità, noi preceduti dal nostro striscione e numerosissimi Alpini di Recoaro a chiudere il corteo; balconi pavesati col tricolore, gente per strada e alle finestre ad applaudire: una roba seria, mica tracchete tracchete. Dopo la Messa in ricordo dei nostri andati avanti si ammaina la bandiera approfittando del fatto che ci siamo ancora tutti e della banda che suona l’Inno Nazionale. Ma la festa non è finita: dobbiamo andare sotto il tendone appositamente allestito per noi. Lungo la via i bar non mancano ed allora perché farsi scappare l’occasione per qualche aperitivo rigorosamente alcolico? Il pranzo allestito dal locale Gruppo Alpini chiude ufficialmente i tre giorni di Recoaro e, come alla spicciolata siamo arrivati, altrettanto ognuno se ne torna a casa. Grazie Griffani, Vedremo le tue montagne la prossima volta, ma oggi ognuno di noi porta con sé il ricordo di un bel raduno, forse non baciato dal sole ma nemmeno disturbato dalla temuta pioggia. L’anno prossimo tocca alla val Formazza e, sicuramente, sarà altrettanto bello. Aldo Neirotti |
17° RADUNO - RECOARO - 28 /29 SETTEMBRE 2013 Venerdì 27 settembre Nel pomeriggio arrivo degli ospiti a Recoaro Terme Serata libera o presso L’Albergo Rifugio Valdagno a Recoaro Mille con cena e incontro con gli Alpini della zona e musica. Sabato 28 Settembre Ore 09.00 Alza bandiera Ore 09.30 partenza per Pian delle Fugazze con visita al Sacrario Militare e al Museo della Guerra ai piedi del M. Pasubio monte sacro alla Patria. Ore 11.30 trasferimento al Passo di Campogrosso con visita alla mostra Gino Soldà Ore 12.30 pranzo Alpino presso il Rifugio Piccole Dolomiti Ore 15.00 Ritorno a Recoaro Terme con Visita al Bunker Tedesco presso le Fonti Centrali sede del comando Tedesco, nella seconda guerra mondiale con il Feldmaresciallo Kesserling, da dove partirono le trattative per la firma dell’armistizio con gli Alleati. Ore 16.00 libertà Ore 19.30 Ritrovo presso L’Albergo Rifugio Valdagno per cena sociale con la partecipazione delle autorità locali, canti di montagna con rappresentanti del coro Aqua Ciara di Recoaro Terme, visione di diapositive sullo scenario della I° Guerra Mondiale con il Prof. Gattera Claudio e intrattenimento musicale. Domenica 29 Settembre Ore 9.30 Raduno presso il Piazzale Btg. M. Berico, onori al monumento a ricordo del Gen. Rossi, sfilata per le vie centrali di Recoaro Terme con deposizione corona al monumento ai caduti per la Patria, discorsi di rito. Ore 11.00 Santa Messa in Ricordo dei Lupi andati avanti Omaggio al monumento in ricordo della Guida Alpina Gino Soldà Pranzo con Gli Alpini di Recoaro Terme e ospiti Ore 17.00 Ammaina bandiera con passaggio di consegne tra i Lupi di Recoaro Terme e i Lupi di Formazza e Ossolani P.S. – Programma di massima che potrà avere variazioni. |
12,13 e 14 ottobre 2012 16° Raduno Lupi della Monte Bianco - La Thuile
|
8/9
ottobre 2011 Predazzo Anche quest'anno la partecipazione è stata nutrita e l'organizzazione dei
lupi della val di Fiemme e Fassa perfetta. Il sabato
siamo stati ospiti della Scuola Alpina della Guradia di Finanza, con la
presenza di Toni Valeruz, noto per le sue imprese di Sci estremo.
|
22 maggio 2010 |
17 e 18 ottobre 2009 |
|
|
... quando non basta un Numero Unico
In lavorazione il nuovo
volume, |
I
LUPI DI LA THUILE ANNI 87/88
|
|
Presentato a Courmayeur il "Numero Unico"
144 pagine di storie tra i muri della Monte
Bianco Per riceverlo a casa telefonare a: |
Ai miei tempi con il "fischio" che succedeva!!!! |
Una bella serie di foto di Lupi del '73 |